Chiediamo un Freedom of Information Act (FOIA) per l’Italia, e lo chiediamo ora: un diritto che è già legge in 100 paesi e che permette ai cittadini l’accesso a dati e documenti della pubblica amministrazione.
Lo stesso Presidente del Consiglio lo aveva promesso, addirittura fin dal giorno del suo insediamento a Palazzo Chigi. Solo che da allora non è successo nulla: nessun impegno reale. Neppure un tweet.
Abbiamo proposto un testo attualmente nelle mani dell’intergruppo innovazione della Camera. Adesso la sfida è trasformarlo in legge.
Il Foia serve subito all’Italia e agli italiani perchè la pubblica amministrazione produce ed è in possesso di moltissime informazioni di estrema importanza che però non sono accessibili a tutti: conosce ad esempio di che cosa si muore in una città dove si trova un grande impianto industriale, i dati della sicurezza degli edifici scolastici, quanto lo Stato versa per i vitalizi agli ex parlamentari condannati per mafia e corruzione, i nomi e le aziende che gestiscono gli appalti dei grandi eventi e come e da chi viene gestito il business dell’accoglienza ai migranti nelle città.
Tutte queste informazioni sono raccolte in nome della collettività e grazie alle risorse dei contribuenti. Eppure noi cittadini non possiamo accedervi facilmente né conoscere cosa fanno le istituzioni, e, perché no, controllare l’operato dei nostri rappresentanti.
La trasparenza è uno dei pilastri della democrazia, attrae fiducia e investimenti ed è una delle armi più efficaci contro la corruzione. Con il Foia tutti hanno diritto di sapere quello che fanno governi e amministrazioni e i cittadini possono accedere agli atti e ai documenti della pubbliche amministrazioni.
Chiediamo insieme al Governo italiano un vero Freedom of Information Act basato sulla nostra proposta e che rispetti i 10 punti irrinunciabili che abbiamo individuato.
Dobbiamo essere in tanti: solo così si parlerà della nostra richiesta di cambiamento e non potranno ignorarci.